

È sempre lui… sempre riconoscibile, anche fra mille. Quella speziatura inimitabile per me è Dom! Grazie Editore, averlo bevuto insieme a te è stato un privilegio.
d.c.
È sempre lui… sempre riconoscibile, anche fra mille. Quella speziatura inimitabile per me è Dom! Grazie Editore, averlo bevuto insieme a te è stato un privilegio.
d.c.
Tardi! Troppo tardi… i 25 anni si sentono, con un’ossidazione invasiva, non mielosa né cremosa, ma estremamente speziata. Non che questo non sia motivo di fascino, ma il vino è diventato difficile, scontroso; anche perché la speziatura si associa ad una componente acida ancora molto presente, rendendo la beva “dura”.
d.c.
Tanto non mi aveva convinto il Millesimato 2014, quanto mi sono lasciato coccolare da questo Prestige, probabilmente assemblato con medesime percentuali di uve, ma qui raggiunge vette di maggiore espressività, maturità: subito un agrume fresco, sia al naso che in bocca, virante verso il pompelmo rosa. Incisivo, sapido, affascinante anche per modernità.
d.c.
Da tempo non bevevo De Saint Gall, ma nelle festività natalizie si sa scorrono bollicine a Go Go!!
Se poi, in luoghi e tempi diversi, anche il nostro d.c. l‘ ha di recente stappato, be’ non resta che approfondire. Concordo con il mio compare sul Le Selection che, da moderno blend di chardonnay, pinot meunier e pinot nero, esprime elegante freschezza azzeccatissima per l’aperitivo. Io ho proseguito la bevuta con Le Blanc de Blancs, 100% chardonnay premier cru. Aumenta la complessità olfattiva, ricca di toni agrumati e fiori poi fico maturo e delicati sentori di pasticceria che danno quel giusto grip. Sorso immediato, diretto e fragrante, questo si pronto ad affrontare un abbinamento gastronomico più succulento.
R.R.
PS Fabio grazie anche per questo assaggio!
Piacevole, tutto molto soave, quasi sussurrato, di distintiva eleganza. Giocato molto sulla freschezza ed un buon frutto giallo croccante. Perfetto per un aperitivo, forse troppo delicato per reggere piatti saporiti.
d.c.
Ma che Franciacorta!!! Gelosamente custodito nella sancta sanctorum dell’Editore, e sacrificato per la solenne celebrazione dell’amicizia, ha convinto pienamente i presenti: classico, elegante e finissimo. Affascina per la nobiltà dei toni e delle movenze, sussurrate, mai invasive ma perfettamente calibrate. Promosso!
d.c.
Dolcetto bevuto in una fase assolutamente giovanile, con espressione di grande freschezza, acidità precisa, ed un richiamo continuo a piccoli frutti rossi. Ha accompagnato con grande vigore un sublime filetto al sangue.
d.c.
Un’ossidazione sapiente che ammalia. Una sapidità volutamente estrema che impressiona. Una nota in bocca di liquirizia che stravolge le coordinate e confonde i sensi.
d.c.
Di Pinot Nero in Pinot Nero, crescendo nella qualità e finendo nella Vigna Mazzon, oramai Cru di culto per gli amanti, e sono giustamente molti, della produzione altoatesina del Pinot nero. Già in fase di evoluzione terziaria, con una nota di cioccolato al latte suadente che ti conquista il palato e ti rilassa in una espressione di beatificazione. Buonissimo.
d.c.
Beh… si vede anche dalla foto che il sincero Pinot Nero di Gottardi, semplice ma assolutamente esemplare nel rappresentare tutte le caratteristiche attese in un Pinot Nero altoatesino, sia evaporato veloce veloce…
d.c.