Esemplare. Quello che mi aspetto da un buon Pinot Nero proveniente dall’Alto Adige. Misurato ed equilibrato su tutte le dimensioni, ma, soprattutto, sempre gradevole.
d.c.


Esemplare. Quello che mi aspetto da un buon Pinot Nero proveniente dall’Alto Adige. Misurato ed equilibrato su tutte le dimensioni, ma, soprattutto, sempre gradevole.
d.c.
Sferico! Il senso tridimensionale di questo vino è rappresentato dalla sfera, dalla rotondità assoluta. Caldo ? Si… Persistenza? infinita, ma anche totale integrità nonostante qualche anno di riduzione in vetro.
d.c.
Vibrante, emozionante, infinito. E senza oppormi al trascinamento inizio a vibrare anche io travolto da un treno in corsa che mi porta lontano. Irresistibile.
d.c.
Passato… non passito! Ho atteso troppo e l’esotica Malvasia dalle magiche Eolie non solo ha perso le sue caratteristiche aromatiche, ma l’ossidazione ha estratto toni amari non graditi.
d.c.
Brillante, schietto, di gran nerbo e carattere. Godibilissimo. Una volta esultavo con… Franciacorta, I love you!!!
d.c.
Oggi sembra che se una cantina non dimostra di avere un vino spumante in gamma, abbia un grave problema commerciale . La richiesta del consumatore pare esclusivamente canalizzato verso le bollicine. Ma, mi domando io, avevamo proprio bisogno di questi spumanti? Lo dico con il massimo rispetto per un noto produttore che il vino lo sa fare bene…
d.c.
Val de Livre… a due passi due da Ambonnay e Bouzy… da dove arrivano i miei Champagne preferiti. Ed anche questo, scoperto dalla atavica voracità del nostro Editore, è indiscutibilmente sublime. Eccellente ma per nulla impossibile in termini di argent de poche!
d.c.
Alla mia signora questo chardonnay è piaciuto tantissimo: di grande schiettezza, assolutamente franco, semplice e diretto. Nonostante qualche anno ancora perfettamente integro. Io, che sicuramente sono molto più winesnob, ricerco più struttura. Una domanda a chi vorrà rispondermi: perché uno chardonnay che necessiti di una denominazione IGT?
d.c.
Mi sembra ancora di sentire il caldo di quell’ormai lontano 2003. E, se vi ricordate, si dichiarò penalizzata la vendemmia di quell’anno con uve portate alla pigiatura cotte. Dopo oltre tre lustri il vino è ancora potentissimo, con un fruttone succoso, forte sensazione di calore, sicuramente cedente sulle componenti dure. Probabilmente questa condizione è stabile da tempo e riuscirà a conservare i suo aspetti per ancora lungo tempo.
d.c.
Post rivisto dopo le doverose precisazioni di Diego Sorba, oste del Tabarro, che ringrazio!