Dolcetto bevuto in una fase assolutamente giovanile, con espressione di grande freschezza, acidità precisa, ed un richiamo continuo a piccoli frutti rossi. Ha accompagnato con grande vigore un sublime filetto al sangue.
d.c.
Dolcetto bevuto in una fase assolutamente giovanile, con espressione di grande freschezza, acidità precisa, ed un richiamo continuo a piccoli frutti rossi. Ha accompagnato con grande vigore un sublime filetto al sangue.
d.c.
Un’ossidazione sapiente che ammalia. Una sapidità volutamente estrema che impressiona. Una nota in bocca di liquirizia che stravolge le coordinate e confonde i sensi.
d.c.
Di Pinot Nero in Pinot Nero, crescendo nella qualità e finendo nella Vigna Mazzon, oramai Cru di culto per gli amanti, e sono giustamente molti, della produzione altoatesina del Pinot nero. Già in fase di evoluzione terziaria, con una nota di cioccolato al latte suadente che ti conquista il palato e ti rilassa in una espressione di beatificazione. Buonissimo.
d.c.
Beh… si vede anche dalla foto che il sincero Pinot Nero di Gottardi, semplice ma assolutamente esemplare nel rappresentare tutte le caratteristiche attese in un Pinot Nero altoatesino, sia evaporato veloce veloce…
d.c.
Vino agli onori delle cronache, osannato da critici, esperti e guide: e questo è già, per me, motivo di sospetto… Se poi Vi raccontassi come l’Editore è riuscito ad acquistare 6 bottiglie, credo che insospettirebbe anche il più tollerante… ma… devo ammettere: STRAORDINARIO! Un’eleganza sublime, seppur giocata su toni tutti accesi. Il colore è un giallo carico intenso che punta all’oro, i profumi sono una stratificazione di dolci frutti a polpa gialla, in bocca sferza con acidità ed una salinità inattesa. Di gran lunga il miglior vino bianco bevuto negli ultimi anni.
d.c.
Servito troppo freddo non ha immediatamente colpito; è servito qualche minuto nel bicchiere per esprimere, nella delicatezza tipica dei vermentini del Levante, un’eleganza sublime, una calibrazione perfetta tra freschezza acida e rotondità leggermente amaricante. Adorabile.
d.c.
Se oggi il Vermentino dei colli etruschi di Luni, (che geograficamente è un po’ più il là del “Levante”…) è tanto in voga è sicuramente merito della famiglia Bosoni e della loro magnifica cantina di proprietà. Vermentino, etichetta nera, bevuto a novembre in riva al mare di Varazze in camicia e venti gradi di temperatura, cercando ancora un ricordo d’estate. Lo servono sempre troppo freddo, ma secondo me il Vermentino del Levante e comunque quello del “continente” (perché da differenziare assolutamente dalla produzione sarda) va presentato verso i 10 gradi: essendo delicato, di struttura sussurrata, di una acidità mai soverchiante, risulta piacevolissimo anche quando esprime quella leggera nota amaricante e di calore alcolico.E nonostante l’estate sia decisamente solo un ricordo … è stato perfetto!
d.c.
Boschedòr Continua… qualcuno mi aiuti a conoscere chi o cosa sia Boscadòr, richiamato nelle etichette della valida casa vinicola franciacortina. Una riserva molto elegante, con note di intensità di colore ed olfattive rilevanti: erano anni che non trovavo nel bicchiere un giallo così carico. Tutto molto equilibrato, con un sospetto di acidità calante a tre anni dalla sboccatura.
d.c.
Un blend di malvasie (Laziale e di Candia) e Greco per un vino modesto, privo di struttura ma anche dal prezzo adeguatamente miserrimo.
d.c.
Trastevere… cacio e pepe e… Frascati! Bello profumato, di intensità inebriante. Di giusta freschezza in bocca, per quanto un po’ sbilanciato verso una percezione di rotondità, forse condizionata da un calore alcolico sostenuto.
d.c.