A nozze con l’Editore

Si racconta che l’Editore al ritorno dal matrimonio principesco inglese di Meghan ed Henry (non è dato a sapersi se ospite ufficiale o imbucato… ma ciò non rileva) si sia portato via qualche bottiglia del vino offerto al ricevimento e… noi quelle bottiglie ce le siamo bevute! Mi aspettavo che questi spilorci di Principi e Duchesse almeno al loro matrimonio imbastissero tavolate di Riserve e Cru, ed invece un umilissimo A.O.C. Bourgogne…Radin…

Il vino però che ho bevuto è un grandissimo vino, in perfetto stile borgognone. Forse servito all’inizio troppo freddo, si è poi scatenato scaldandosi. Nel bicchiere si mostra giallo, non troppo carico. I profumi, nel momento di acme sensoriale, sono una lunghissima sequela di percezioni: la frutta gialla è intrisa di spezie dolci d’oriente, anice stellato, radici e dragoncello. E per fotografarli bisogna appuntarseli perché loro continuano a cambiare con toni di rara raffinatezza. In bocca il succo è rotondo, dona una magica sensazione di oro.. ma l’oro non ha gusto! Sei accarezzato dalla morbidezza e la tua lingua “suda” per l’acidità, ed invoca un altro bicchiere… Ces sales Victoriens!

d.c.

CCLXXI

Vite da winesnob (vip)

Chi sia l’Editore nessuno lo sa! A differenza dei critici delle guide enogastronomiche che girano incappucciati per non farsi riconoscere, Lui appare ovunque si mangi e soprattutto si beva (pare che il miracolo dell’ubiquità gli sia già stato riconosciuto da tempo). Ma di Lui nessuno conosce la vera identità (…probabilmente neanche il codice fiscale!). Non c’è bottiglia al mondo che Lui non abbia già bevuto; non c’è vignaiolo al mondo che non gli abbia offerto la Riserva più personale della cantina. Lui è l’Editore, e basta! Anzi Lui è l’Editoreebasta, perché nonostante conosca tutti nel mondo del vino, nonostante legga tutto ciò che si scrive sul vino, nonostante ascolti tutti coloro che raccontano il vino, bravi ed incapaci, e nonostante degusti (e beva) ogni anno qualcosa come 3.000 diversi assaggi, Lui non scriverà mai una parola!… perché a Lui basta esserci. E se sarà lì con voi, sarà solo perché Lui vuole vivere la percezione: vuole percepire parole, suoni, rumori, vibrazioni, profumi, sensazioni…perché l’Editore è un goloso di vita…

Ma l’Editore ce l’abbiamo solo noi di W.T.B. Gli altri si devono accontentare solo della sua presenza, perché Lui ci sarà!

d.c.

Ritorno a nord

Dopo qualche bottiglia proveniente dai limiti meridionali della Champagne, avevamo bisogno di ritornare alla “tradizione”: è così ci siamo affidati ad un assemblaggio dalle Montagne di Reims. Villedommange è a pochi minuti da Vrigny, capitale mondiale del Pinot Menieur (forse ricorderete il nostro amore per Les Vignes de Vrigny di Egly-Ouriet). Qui però il “Mugnaio” è solo in quota, accompagnato dai classici Chardonnay e Pinot Noir, per un risultato un po’ fiacco… Arriva subito il profumo di mandarino e poi l’attesa crosta di pane, ma poi nulla più. Anche in bocca, pur di fronte ad un indubbio equilibrio della struttura, tutto appare sottotono ed un po’ troppo scorrevole. Di certo la sorpresa alla notizia de prezzo: in Italia a 21 Eur! Ho visto bottiglie di Prosecco a 15…

d.c.

CCLXIX

Trifola!

Me lo sento! Quest’ autunno faccio il record di trifola: fine settembre ed il Bianco è già arrivato. E cosa ho abbinato ai primi tagliolini e uovo al tartufo? Il primo grande rosso è una sconosciuta ma interessantissima Barbera del Monferrato. Vivace olfatto che sa di violetta, prugna ed una leggera speziatura, ma il tutto con note che sanno di gioventù. Succoso in bocca, rotondo, leggermente più maturo: freschezza e frutto dolce coabitano il palato, il mirtillo evolve in susina matura per poi lasciare una sensazione di miceto. Giusta persistenza che contribuisce alla leggerezza di bevuta, nonostante un alcool da stordimento.

d.c.

CCLXVIII

Chissà da dove arriva questa Turbiana?

Che sia Turbiana in purezza non credo proprio che vi siano dubbi. Forse però è una Turbiana cresciuta su suoli diversi da quelli della zona “classica”: il mio dubbio nasce dal fatto che la Cantina è sita in Moniga del Garda (nel cuore della Valtenesi) dove i terreni sono sostanzialmente diversi da quelli della zona Sud Benaco (effettivamente limacciosi come indicato nella retroetichetta) ed io ribadisco che questo Lugana è un po’ diverso. Non dico non piacevole… solo diverso! O forse non ci capisco proprio niente e quella quota minoritaria di passaggio in legno piccolo nella fase di fermentazione mi confonde un po’ le idee. Il colore comincia a caricare verso l’oro (scarico). I profumi sono molto fruttati: sanno di mela Golden già in fase di maturazione avanzata e veramente di pera Williams, acidula e dolce. In bocca la struttura non impressiona, ma il vino appare piacevolmente leggero, forse un pochino cedente alle morbidezze di un volume alcolico piuttosto impegnativo. Per goderne l’intrinseca dolcezza degli aromi (non credo proprio degli zuccheri) appare necessario “forzare” un poco la temperatura di servizio, che deve guadagnare qualche grado in più rispetto all’uscita dal secchiello del ghiaccio. Però, vi assicuro, è diverso… leggermente diverso…

d.c.

CCLXVII

Come sarebbe la vita senza Champagne.

Lo so… lo so… tipica affermazione (anche ai limiti dell’etica) di un winesnob come me! Ma molto spesso lo Champagne è un insostituibile cerotto per i mali d’umore.

Dimorava nella mia cantina da almeno 7 o 8 anni, proveniente direttamente da una missione a Bouzy. Colora il bicchiere di un giallo carico, già promettente oro, reso vivace da microscopici filari di bollicine. I profumi, per quanto solo sussurrati, evocano il miracolo: prima lime e pepe rosa, per poi dare spazio ad un miele di castagno, segno che l’ossidazione ha cominciato ad insinuarsi nelle virtù, per poi far nuovamente affiorare una prugna disidratata. In bocca scende citrino, ma subito lascia il passo ad una dolce cremosità, suadente e lunghissima. Chiusura su percezioni sapide.

d.c.

CCLVI

LETRARI BRUT RISERVA

Non è certo una novità che il Trentodoc sia da tempo sinonimo di eccellenza, bollicine metodo classico prodotte da storici e appassionati produttori.
In questo panorama si colloca il Brut Riserva di Letrari, cantina della Vallagarina, che spumantizza “sur lies” già dai primi anni 60’. Il millesimo 2010 appare di un paglierino intenso e brillante, occhieggia l’oro nel fine perlage fitto e duraturo, un chiaro invito all’assaggio. Ma è avvicinando il naso al bicchiere che questo “Talento” affascina: i 48 mesi di affinamento in bottiglia si fanno sentire, ne spicca una fragrante croccantezza, sentori di frutta esotica su cui prevale l’ananas e note di pasticceria sullo sfondo. All’assaggio si evince tutta la complessità e la struttura che ci si aspetta da un Trentodoc di razza, una spuma cremosa avvolge la bocca lasciando una lunga persistenza di frutta matura e una leggera sensazione speziata.
Ottimo aperitivo, intenso ed elegante sicuramente indicato anche a tutto pasto.

R.R.

Non è tutto indimenticabile…

“Nel grande disegno delle cose, anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale” queste non sono solo le parole di Monsieur Ego nel monumentale “Ratatouille” ma di fatto rappresenta la filosofia di questo blog che cerca di raccontare incontri, per quanto non sempre felici, ma mai di criticarli.

E così non ricorderemo a lungo il Rosé 28.9 di Nettare dei Santi, cantina in San Colombano al Lambro. Colore di una intensità strabiliante, molto luminoso e molto arancione, segno di una prolungata permanenza sulle bucce, da cui sono stati estratti non solo gli iniziali profumi di fragole, ma anche note di vinosità un po’ cupe e non “pulitissime”. Anche al palato la vinosità è prevalente, con la preoccupazione di apparire acido, pur in un contesto di struttura debole che non richiederebbe tanta durezza. Il cupo percepito al naso si trasforma in amaro una volta bevuto.

d.c.

CCLXI

Lugana sorprendente.

Sorprendente è ciò che cagiona sorpresa. E questo famoso Lugana mi ha letteralmente sorpreso: l’aromaticità (o la semi-aromaticità) di questa Turbiana è assolutamente… sorprendente! È la riprova che nel mondo del vino l’approccio socratico del sapere di non sapere è regola da incidere nella pietra anche dopo trent’anni di stappature: al primo respiro il pensiero di un Lugana mi era lontano. Ho guardato e riguardato l’etichetta per rintracciare elementi di modernità, ma niente… Turbiana in purezza? Il vino è buono, solare: i profumi di grande intensità spaziano dalla frutta gialla, una pesca a pasta matura, a note agrumate fino a sconfinare ad effluvi erbacei di erbe aromatiche. Di grande equilibrio il palato che alterna alla freschezza di struttura note e pennellate di calore che ricordano i vini delle latitudini del Sud. Bella persistenza che è giocata sulle percezioni della frutta dolce.

d.c.

CCLX

“SUFRAGIO” CHARDONNAY D.O.C. DI STELLA (PIEMONTE)

Ultima, o quasi, grigliata dell’estate. Dopo il giro di bollicine di benvenuto si passa ai bianchi fermi per accompagnare il pesce, ottima occasione per provare il nuovo Chardonnay “Sufragio” 2017 di Stella storico produttore del Monferrato.

Convince subito e all’assetata compagnia di amici è immediatamente scattata l’idea di una mini verticale per paragonarlo all’annata precedente di cui ho prudentemente conservato alcuni esemplari.

Il 2016 appare giallo intenso con un carattere deciso, corposo e un tono di banana inconfondibile, di grande struttura e pienezza che forse, al primo sorso, risulta essere quasi esuberante.

Il 2017 a differenza del suo predecessore mostra riflessi verdognoli e note più fresche con frutta meno matura quasi tropicale, si evince un sentore di ananas e una punta di erbaceo.

Ne spicca la freschezza che lo rende di più facile beva pur conservando una buona struttura, forse più facile come aperitivo se si ama bere un vino dal deciso carattere (entrambi vantano un grado alcolico di 14,5°), ma per accompagnare una grigliata o una zuppa di pesce si consiglia il 2016 anche se all’ultima annata non manca certo la persistenza.

Bella bevuta anche in considerazione dell’ottimo rapporto qualità prezzo.
Non cambia solo l’etichetta di questo interessante Chardonnay.

R.R.