MASTERCLASS BOOK OLTREPO’ TERRA DI PINOT NERO AL VINITALY 2024

Martedì 16 Aprile presso la sala Polivalente di Union Camere/Regione Lombardia – Palaexpo Stand D14 – 2°Piano dalle ore 9.30 alle 11.00, si terrà la Presentazione del volume Vini e Terre d’Italia Il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese, edito da DeAgostini Publishing con Masterclass dei vini e degli spumanti presentati sul volume 5 calici più 1 libro.

Presenta il direttore Carlo Veronese con l’autrice Carla Pacelli

I vini in degustazione: Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero DOCG – Vincenzo Comi – Travaglino Oltrepò Pavese Metodo Classico Pinot Nero DOCG- 1865- Conte Vistarino Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC- Tiamat- Cordero San GiorgioPinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC –Noir –Tenuta Mazzolino Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese DOC- Giorgio Odero -Tenuta Frecciarossa

Prenotazioni fino ad esaurimento posti consorziovinioltrepo@gmail.com

Contatti Comunicazione Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese
luciana.rota@me.com 392 1968174

1° FIERA DEI VINI – PIACENZAEXPO

Si è tenuta dal 18 al 20 novembre 2023 la prima FIERA DEI VINI al PIACENZAEXPO, location che per anni ha ospitato il Mercato dei Vini FIVI ora “migrato” in quel di Bologna.


Ma dedichiamoci alla nuova e ben organizzata kermesse piacentina che ha visto la partecipazione di circa 8 mila visitatori (fonte web non ufficiale) per 250 espositori tra cibo, olio, alcolici e soprattutto vino.
Produttori da quasi tutta Italia oltre ad alcuni “intrusi” dalla Francia, chiaramente più che benvenuti, a rappresentare gli infiniti caratteri varietali che i nostri stupendi territori sanno esprimere. Presenti vignaioli locali, certezze della viticoltura italiana ma anche new entry di tutto rispetto.
Organizzate inoltre appassionanti Masterclass. Abbiamo partecipato a “Dolci espressioni, colori e territori della nostra penisola” a cura di ONAV che ci ha dato la possibilità di assaporare entusiasmanti eccellenze, la maggior parte in presenza dei produttori ad arricchire l’assaggio. Non me ne vogliano tutti gli altri espositori presenti in fiera, ma non posso esimermi dal menzionare i vini in degustazione nell’ordine:
Torcolato di Breganze di Maculan, Ramandolo di Anna Berra, Sciacchetrà riserva 2015 dell’Azienda Agricola A Scià, Greco di Bianco di Ceratti, Malvasia delle Lipari di Fenech, Vin Santo di Vigoleno 2011 di Lusignan e in chiusura Aleatico Passito Bramante di Muzighin Urbania. Che Spettacolo!!

Un encomio a tutti gli espositori e agli organizzatori di questa nuova manifestazione.
Un ringraziamento ad Anna e Cecilia dell’Ufficio Stampa Studio Cru per l’accoglienza riservataci.

Avanti così al prossimo anno!!

R.R.

LH2 Umani Ronchi

Un po’ di tempo fa mi chiedevo, di fronte ad un non proprio convincente bicchiere di Metodo Classico (forse un Lugana?), se ne avessimo veramente bisogno, o meglio perché le cantine abbiano la necessità di inserire una bollicina nella propria produzione. Domanda retorica evidentemente suggerita da una colpevole arroganza e supponenza. Perché, a distanza di un po’ di tempo, mi sono convinto che la risposta è assolutamente sì!
Ed è la riflessione che mi porto dentro da ieri, dopo una strepitosa cena a Civitanova Marche nel ricercato Galileo, pasteggiando dall’aperitivo ad un attimo prima del caffè con il Metodo Classico ritratto, a base, non esclusiva, di Verdicchio, ma lontanissimo dai modelli di uno dei bianchi da me più amati, ma non per questo non sorprendente! Freschissimo, forse coadiuvato anche dalla componente non residuale di Chardonnay, che affina la rotondità del Verdicchio; si, è vero… un po’ amarognolo al palato, ma indubbiamente unico, non facilmente riconducibile a modelli più o meno modaioli, ma nemmeno alle consolidate esperienze franciacortine o trentine. Di significativa struttura, ha agevolmente accompagnato il pesce sia crudo che presentato in piatti più elaborati.
Solo una precauzione: da consumare con moderazione!

d.c.

Puligny-Montrachet Les Combettes 2007. Jacques Prieur

16 anni!!! E probabilmente non siamo ancora sulla vetta evolutiva! Freschezza che incentiva la sete, grassezza che appaga il palato e lo rende edibile… e poi mille ed ancora una sfumatura diversa, che vanno dalla frutta matura, all’agrume dolce alle spezie più orientali. Infinito al palato ed al dolce ricordo che lascia alla nostra sete inappagata.

d.c.

Kerner 2022. Abbazia di Novacella. AA Valle Isarco doc

La delicata carezza di sentori aromatici che cela con grande perizia un tenore alcolico assai muscoloso: ma mai traspare, al palato, il calore che ci aspetterebbe leggendo il valore in etichetta. Azzardato in abbinamento ad un crudo di pesce, si è mirabilmente affiancato, senza imporsi né nascondersi, aggiungendo al piatto note agrumate e leggermente speziate.

d.c.

LIVIO FELLUGA – ABBAZIA DI ROSAZZO 2017

Friulano, Sauvignon, Pinot Bianco, Malvasia Istriana e Ribolla Gialla, non c’è che dire le premesse ci sono tutte. Nel calice toni paglierini di trasparente intensità, sprigionano il rincorrersi di complessi sentori: acacia, melone e frutti tropicali poi cappero, crema di pistacchio e ancora ecco comparire focaia e noce moscata. Beva piena, intensa. Si percepisce il legno seppur mai invasivo, chiude speziatamente sapido.

Non delude le aspettative, bella bevuta. Grazie

R.R.

Monte Alto Extra Brut. Franciacorta

Che in Franciacorta si beva bene non sarà WTB a sancirlo, ma probabilmente è provato dalla qualità media diffusamente alta, anche in quelle cantine meno blasonate e conosciute. Io non avevo mai bevuto Monte Alto, ma l’Extra Brut incontrato non ha fatto per nulla brutta figura, anzi… Bel frutto giallo croccante al naso; struttura significativa in bocca, prova di mano sapiente, con inattesa lunghezza. Buono: promosso!

d.c.

Amadeus 2016. Castello di Spessa

Ero estremamente curioso: uve dal Collio, mano enologa trentina (cantina integrata in una location da sogno…). Chardonnay e Pinot Nero. Mmmmmmhmmm…. mi aspettavo qualcosa di più! O perlomeno mi attendevo una nota di distinzione dagli oceani “petillant” di metodi classici che hanno alluvionato l’Italica penisola. Vino corretto, persino un poco ambizioso, ma privo del carattere distintivo che attendevo. Da rivedere.

d.c.