Louis Bouillot. Perle d’Or 2014. Crémant de Bourgogne.

Raramente ci si imbatte nell’altro mondo delle bollicine francesi, impegnati ed attratti quasi esclusivamente dalla zona dello Champagne. Ed ancora più raramente ci si imbatte in prodotti così di nicchia, ma noi winesnobs di WTB siamo un po’ come dei ghostbusters…

Profondamente diverso dai metodi classici provenienti dalle zone più a nord della Borgogna (oramai non troppo più a nord, vista l’estensione delle aree autorizzate all’utilizzo del marchio “Champagne”). Grande intensità di colore giallo alla vista, con perlage si intenso, ma anche un poco “oversize”. Profumi d’intensa cremosità che un po’ ricordano gli Champagne d’Antan… Crema pasticciera e molta frutta gialla, di gradevole dolcezza. In bocca il ricordo del passato ritorna: c’è freschezza acida ma lontana dai livelli “corrosivi” così tanto di moda (non solo Oltralpe). Discreta persistenza. Abbinamento tutto da scoprire.

d.c.

Vignalsole 2008. Toscana Igt. Innocenti.

Ha da tempo iniziato il suo percorso evolutivo e di maturazione: il vino è morbido, rotondo, nessuna nota “verde” bensì tanto cioccolato, cacao e tabacco biondo. La pienezza è sublimata da un calore vivo donato da una componente alcolica elevata, mentre le durezze si stanno affievolendo, indebolendo, di fatto, anche la capacità di persistere al palato se non per pochi secondi, lasciando solo una sensazione di “sotto spirito”.

d.c.

Perlé Rosé. Riserva 2011. Ferrari. Trento doc.

Quanto frutto in questo MC Rosé: l’intensità visiva va a braccetto con l’intensità di profumi ed al palato. Pare che abbiano alzato il volume dell’impianto hi-fi, appositamente per stupire. Il registro cromatico è impostato sul viola: violaceo alla vista, viola di fiori e di frutti al naso ed in bocca, il tutto, ribadisco, con una potenza impressionante. La vibrante tensione acida mantiene la beva all’ interno di canoni di assoluta piacevolezza, che invocano di mantenere il bicchiere colmo.

d.c.

Chassagne-Montrachet. Pinot Noir. Gagnard-Delagrange. 1994.

È sempre consigliabile avvicinarsi ad una bottiglia così con rispetto, ma anche circospezione: chissà se il Genio della Lampada rinchiuso per 25 anni si concederà subito o dovrà essere pazientemente atteso. Nonostante l’apertura prontamente anticipata ed il ricorso alla decantazione, il vino è inizialmente avviluppato nella riduzione: ogni tanto lascia trasparire qualche rilascio di ribes e mora, ma troppo poco per le nostre attese. L’equilibrio è incredibilmente perfetto, ma i profumi stentano a prendere il volo, mentre minuto dopo minuto la persistenza prende corpo, si allunga su toni polverosi di caffè… il Genio si sta svegliando! Accelera improvvisamente prima su note di frutta di fragrante freschezza, prugna e mora su tutte, ma poi si incupisce sui toni della terra e del fungo, forse c’è qualcosa anche di animale. È una progressione inarrestabile… chissà come sarà domani?

d.c.

Torcolato 2013. Breganze Doc. Maculan.

Le bottiglie di Maculan hanno qualcosa di sacro. Mi avvicino a loro sempre con estremo rispetto; non le aprirei mai, certo della loro comprovata eternità. Sono piccoli demoni, impareggiabili ed originali gioielli della nostra cultura enoica. La dolcezza del nettare divino sublima e l’assaggio diventa fine a se stesso, se proprio avete il desiderio di stappare il piccolo scrigno. Ma la perfezione è infinito?

d.c.

Tutta questione di Istinto..

Ho cercato notizie per capire le differenze, ma nulla… Così debole la versione Ecrin così convincente questo Instinct! Eppure entrambe Brut, eppure entrambe costruite con le stesse uve, eppure provenienti dagli stessi vigneti. Ma questo Instinct è fortemente diverso: non si abbandona mai a toni di morbidezza, anzi rimane chiuso tra binari di durezza acida e gradevole sapidità. Il frutto è più fresco, croccante: torna la mia amata mirabelle. Nessun ricordo dell’altra versione. Una volta di più: Vive le Champagne…

d.c.

Cassiopea. Bolgheri Rosato doc 2017. Poggio al Tesoro.

Mi trovo spesso in situazioni in cui non sono in grado di valutare (il giudizio lo lasciamo ai detentori della sapienza…): con il Bolgheri Rosato mi è capitata una di quelle situazioni. Vuoi per mancanza di conoscenza o esperienza, non sono stato in grado di trarne nè un ritratto nè un profilo. Ma siccome il nostro blog non è un registro di voti, bensì uno scrigno di ricordi, il nuovo incontro brilla per originalità. Profumi vinosi, un po’ erbacei, molto da “rosso”; impronta gustativa di volume, poco improntata sulla freschezza attesa dal mio modello mentale. Una dolcezza di frutto che scade nel caramelloso. Difficile, a mio parere, un abbinamento sulla carta: probabilmente facilmente avvicinabile ad una zuppa di pesce alla livornese.

d.c.

Derthona 2016, Timorasso. Colli Tortonesi doc. Alessandro Bressan.

Tutto su toni molto tenui e sussurrati: dal colore paglierino di trasparente lucidità alle lievi pennellate dei profumi, un po’ verdi ed un po’ citrini. L’equilibrio al palato, questo no, è strabiliante: l’imponente volume alcolico, inaspettato vista la delicatezza generale, è assolutamente retto da una freschezza tagliente e da un ricordo siliceo che rimane in bocca e che si trasforma nella componente più significativa della persistenza. Da rivedere, fra qualche vendemmia.

d.c.

Mondino 2015. Piero Busso. Barbaresco DOCG

Tra i vigneti di Neive è nato, da mani francesi, il Barbaresco. Anzi, qualcuno, esagerando, afferma che il vero Barbaresco può arrivare solo da lì. Io non credo questo, ma di sicuro, quando leggo Neive sull’etichetta, la mia attenzione viene catturata, rapita…

Apparentemente troppo giovane, ma già di buon equilibrio. Prevalgono le note di freschezza e di un frutto croccante, rosso: la prugna e la mora non lasciano ancora trasparire suggerimenti terziari. In bocca, dove compaiono alternati ora il calore ora le durezze, il tannino non graffia, ma appare sufficientemente addomesticato, aiutando però la persistenza per svariati secondi su lunghezze impressionanti. Credo che possa essere uno di quei campioni che possono essere dimenticati in cantina, sicuri poi di ritrovare un miracolo.

d.c.