Un po’ di tempo fa mi chiedevo, di fronte ad un non proprio convincente bicchiere di Metodo Classico (forse un Lugana?), se ne avessimo veramente bisogno, o meglio perché le cantine abbiano la necessità di inserire una bollicina nella propria produzione. Domanda retorica evidentemente suggerita da una colpevole arroganza e supponenza. Perché, a distanza di un po’ di tempo, mi sono convinto che la risposta è assolutamente sì!
Ed è la riflessione che mi porto dentro da ieri, dopo una strepitosa cena a Civitanova Marche nel ricercato Galileo, pasteggiando dall’aperitivo ad un attimo prima del caffè con il Metodo Classico ritratto, a base, non esclusiva, di Verdicchio, ma lontanissimo dai modelli di uno dei bianchi da me più amati, ma non per questo non sorprendente! Freschissimo, forse coadiuvato anche dalla componente non residuale di Chardonnay, che affina la rotondità del Verdicchio; si, è vero… un po’ amarognolo al palato, ma indubbiamente unico, non facilmente riconducibile a modelli più o meno modaioli, ma nemmeno alle consolidate esperienze franciacortine o trentine. Di significativa struttura, ha agevolmente accompagnato il pesce sia crudo che presentato in piatti più elaborati.
Solo una precauzione: da consumare con moderazione!
d.c.