Vermentino dalle colline chiantigiane. Carico, un po’ grasso, bello morbido, dall’intenso frutto giallo, sia al naso che dai ritorni retrolfattivi. Abbinabile tecnicamente a tutto (tranne che alla fiorentina…), ma lo preferisco come aperitivo.
d.c.
Vermentino dalle colline chiantigiane. Carico, un po’ grasso, bello morbido, dall’intenso frutto giallo, sia al naso che dai ritorni retrolfattivi. Abbinabile tecnicamente a tutto (tranne che alla fiorentina…), ma lo preferisco come aperitivo.
d.c.
Da riprovare! Mi attendevo più decisione, più carattere, un’intensità di frutto superiore, ed invece tutta l’espressione su toni tenui, delicati, forse anche un po’ spenti. Probabilmente la bottiglia, forse la batteria di vini precedenti, sicuramente più muscolari, però necessito di riverificare, prima di farmene un giudizio definitivo (anche perché questo vino è balzato, qualche anno fa, agli onori della cronaca… mi dispiacerebbe prendere atto che non ne capisco più un tubazzo!!!)
d.c.
Quanto frutto! Quanto calore! Ma stanno cambiando i modelli classici del Chiaretto bresciano? Ricorda più un rosato pugliese che un delicato “vino di una notte”… Non che non sia buono, intendiamoci… questo vino lascia il segno, con decise percezioni. Ma il mondo sta cambiando, anche sulle rive del Benaco!
d.c.
Sembra che se non hai una bollicina in gamma non sei una cantina adeguata al mercato… Ma perché??? Cà dei Frati è una realtà da tempo fantastica, produce dei Lugana che hanno trainato la denominazione, assolutamente faro ed antesignani della potenzialità della Turbiana. Ma questo Metodo Classico non mi convince! Anzi… seppur senza difetti, non rappresenta la valenza straordinaria della cantina sirmionese. Se poi vendono… hanno ragione loro, ma lasciatemi legato alla tradizione.
d.c.