E chi se lo poteva aspettare? Il mio vizio di portare all’estremo l’affinamento del vino è rimasto sorprendentemente fregato… sì perché la bottiglia, portata a 20 anni di riposo, pur provenendo da una zona magica, non era assolutamente nobilissima, peraltro con tappatura in silicone! E ciò ha scatenato ulteriore stupore! Fin dalla stappatura spinge: i toni sono sicuramente terziari, ma nessuna traccia di ossidazione. I profumi all’inizio un po’ confusi, tra il cuoio e l’ “animale”, ed il tabacco. Poi si stabilizzano su note di frutta cotta ed ortaggi; con l’ossigenazione affiora un particolarissimo carciofo, abbastanza raro nei miei ricordi. Vent’anni e la freschezza è lì, struttura indelebile dell’intera trama, sicuramente agevolata da un blando tenore alcolico ed un tannino sussurrato. Chiusura infinita di cacao.
d.c.