Le jeux sont fait.
Nasce originariamente tra i Fifth Growth ossia i 18 (grandi) produttori del Medoc (con particolare attenzione al Pauillac) che Napoleone III incluse nella classifica del 1855, questo Chateau (allora denominato solo Lynch) si pregiava di essere riconosciuto come Cinquième Grand Cru Classée. Assemblaggio variabile da vendemmia a vendemmia , con una costante predominanza del Cabernet Sauvignon miscelato a Merlot, Cabernet Franc e piccole quote di Petit Verdot.
Il vino nel bicchiere appare ancora non completamente granata, ha corpo nel fluttuare sulle pareti del bicchiere, con una carica glicerica apparentemente importante. I profumi, nonostante una stappatura di oltre 4 ore, sono ancora sopiti e molto difficili da interpretare: svetta su tutti un peperone verde abbastanza invasivo e qualche spruzzata di cannella. E per tutto il pranzo è rimasto molto stabile, senza mai dare accenno di evoluzione: bisogna chiedere a Tito se il poco avanzato, e gelosamente custodito, si fosse modificato a fine giornata. La stessa cripticità riscontrata al naso era percepibile in bocca: nonostante i 26 anni l’acidità non ha perso nerbo, peraltro supportata da una decisa sapidità, che devo dire rappresenta il ricordo più caratterizzante del vino. Sottile la percezione sulle labbra e palato, sorprendendo le attese di un maggior corpo promesso dalla osservata viscosità. Persistenza sottotono che sfuma su note vegetali.
d.c.