L’indiscusso faro, da sempre, della viticoltura in Lugana. Turbiana avanguardista! Il Brolettino guardava verso Nord Ovest, oltre le Alpi, quando gli altri (Lugana) o frizzavano di carbonica ovvero si ossidavano al solo pensiero… Cà dei Frati ha insegnato a quasi tutti i viticoltori morenici ( e non solo a loro…) l’utilizzo del legno anche nei bianchi, anticipando (anzi forse anche condizionando) il gusto dei consumatori. E per cui “Il Brolettino” ha sempre rappresentato la milestone di riferimento, gli economisti lo definirebbero il benchmark. Ma nel tempo la matrice stilistica è cambiata; la mia memoria può testimoniare almeno 4 o 5 cambi di stile: dal sentore di legno volontariamente invasivo, alla rotondità di frutta quasi surmatura, fino all’esaltazione della struttura tra acidità e sapidità corrosiva. Credo che con il 2017 siamo di fronte ad un nuovo sorprendente cambio di stile: il naso è avvolto in un effluvio intensissimo di frutta dolce, matura, su cui spicca con decisione il frutto della passione. Quanta veemenza poi in bocca, con una acidità violenta, ma calibrata, segno che il pittore voleva proprio dipingere così il suo capolavoro! Prima la freschezza acida, poi la rotondità alcolica che rende suadente la beva e che richiama la dolcezza dei frutti assaporati con il naso. Ed infine, dopo lunga battaglia tra le papille ecco che si scorge il profilo del marchio di fabbrica: una sapidità che entra in punta di piedi ma che progressivamente diviene coprente e che diventa sostanza ed al contempo persistenza, senza fine.
Non è forse amore questo?
d.c.