Ha impiegato più di due giorni ad aprirsi ed a raccontare quanto veniva celato dall’opaco vetro dell’albeisa. All’inizio molto limitato dalle stringhe della riduzione quasi ventennale: colore assolutamente integro, minimamente granata, ma profumi timidi alla libertà nonostante un’ apertura anticipata di quasi 5 ore. In bocca ancora composto sulle durezze, ma molto sottile, delicato, persino troppo nobile… Il grande formato ci ha permesso di poterne portare una buona quota alla giornata successiva: migliorato nell’espressione odorosa, ma non ancora vicino alle attese riposte. Incredibile invece l’esplosione avvenuta per l’ultimo terzo della bottiglia via via sempre più scolma nel terzo giorno dall’apertura: ecco l’inebriamento da viole, anche leggermente appassite, la terra, il fungo, una lontana prugna disidratata, la carruba. Miracolo… all’ultimo tramonto…
d.c.