Non è certo un mistero la passione che ho per bolle di montagna, a partire dai blasoni, dai miti (Giulio Ferrari su tutti) fino ai piccoli, piccolissimi produttori di cui anche ultimamente ho avuto il piacere di assaggiare vere e proprie perle di effervescenza.
Ma c’è una cantina che negli ultimi anni ha saputo emozionarmi dandomi la sensazione, riscontrata anche da parte di altri amanti di bollicine, di essere un punto di riferimento nei meandri del pregiato panorama del Trentodoc: Maso Martis.
Produttore già apprezzato in passato dai miei compagni di avventura, di recente ho avuto il piacere di bere una bottiglia di dosaggio zero. Taglio ultimamente di moda che sta prendendo piede anche tra i “vignaioli” del Trentino, personalmente molto apprezzato perché spesso sa esaltare le caratteristiche organolettiche di frutto e terroir.
Certo qui ci troviamo davanti a una riserva che si eleva per almeno 36 mesi sui lieviti e che vede lo chardonnay, impiegato per il 30% rispetto al 70% del pinot nero, affinarsi per circa 8 mesi in barrique.
Paglierino luminoso dal suadente perlage di finissima bollicina. Naso elegante ed affilato, fiori e fragranza di agrumi, poi effluvio di lievito in cui si fa spazio la nocciola. Entra deciso al palato, mousse ricca che rievoca la mandorla croccante. Fresca brezza di montagna. Per quanto secco lascia morbidezza in bocca, quasi non fosse un pas dosè.
Sublime come aperitivo. Piena conferma alla mia sensazione…. Bravi.
R.R.