Salutiamo la Loira con l’ultimo indimenticabile Pouilly fume’- Le Baron de Ladoucette

La giornata, magnificamente iniziata con la visita al leggendario “Domain Didier Dagueneau” (che bel ricordo…), è proseguita tra produttori delle colline di Sancerre. Nel pomeriggio riscendiamo verso Pouilly-sur-Loire e ci immergiamo nei vitigni che circondano il maestoso Château du Nozet, fulcro degli oltre 100 ettari del Domain de Ladoucette. Il bellissimo possedimento è di proprietà, già dal XVIII secolo, della famiglia del virtuoso Baron Patrick de Ladoucette, storico patron di alcune blasonate maisons dislocate nelle più importanti zone di produzione dei grandi vini di Francia (Chablis, Champagne, Chinon, Vouvray, per citarne alcune oltre, ovviamente, qui a Pouilly).
La cantina, ricavata nei locali adiacenti e nei sotterranei del castello, impressiona per la modernità, l’estensione e la tecnologia che ben si fonde con gli antichi ambienti, i soffitti a cassettone etc. Bella e imponente, da visitare. E’ il preambolo di quanto troveremo nei vini che, anche in presenza di grandi numeri, esprimono una grande passione vitivinicola legata al territorio che vanta complessità ed eleganza.
Ci trasferiamo nella lussuosa sala di degustazione, iniziamo con alcune versioni del Pouilly Fumé Baron de Ladoucette. Pur variando per intensità ed equilibrio in funzione del millesimo, nel calice appare di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, sempre cristallino. Soffice al naso con prevalenza di sentori floreali, note agrumate ed erbacee. Di ottima beva caratterizzata da freschezza e grande intensità, chiude con sapida mineralità. Con l’invecchiamento aumentano le note balsamiche ed esce, con maggiore intensità, il tipico e amato fumé.
Proseguiamo in crescendo con un Baron de L 2015, punta di diamante della produzione della maison, considerato tra le migliori espressioni del sauvignon blanc della zona e prestigiosa etichetta a livello mondiale. Oro con riverberi verdognoli, al naso l’etereo bouquet è elegante, floreale poi emergono pesca e pera con sottofondo di silicio e pietra focaia. In bocca spicca la fragranza del frutto esaltata da una intensa mineralità di lunghissima persistenza.
Bella bevuta, ma non è finita. Come già accaduto in altre cantine l’affiatato gruppo (forse meglio dire l’alcolica combriccola) pone la domanda: ma cosa beve il Barone quando soggiorna al castello?
Dopo qualche minuto di chiacchiere sull’argomento, con grande stupore di tutti, appare un Baron de L – Collection Baron Patrick de Ladoucette 2002. Nelle migliori annate una parte della produzione viene invecchiata nelle cantine del castello. Lo scopo è di bypassare le esigenze di mercato la cui energica richiesta porterebbe al prematuro consumo senza che, il vino, possa esprimere la piena potenzialità di invecchiamento che, per i grandi blanc-fumé, è davvero impressionante. Appare dorato con riflessi brillanti. Ma è avvicinandolo il calice al naso che questa delizia esprime tutta la sua eccelsa fragranza. Frutta tropicale, sentori vegetali, iodio, poi fine pietra focaia e grafite. Come già successo per il Silex di Dagueneau bevuto di pari annata, l’affinamento ha elevato questo vino alla sua massima espressione. In bocca è affascinante, corpo importante, pieno e avvolgente di matura sapidità. Assolutamente emozionante.
Questa riserva si colloca tra i migliori Pouilly fume’ degustati, concludiamo davvero in bellezza.……chapeau Barone.
Ci rechiamo al wine shop nel parco del castello, dove non resisto all’acquisto di uno chablis Albert Pic 1er cru 2005 (tra le maisons di proprietà), ma questa è un’altra storia……..
Il meraviglioso tour tra le eccellenze del sauvignon blanc è giunto al termine. Ottimi assaggi. A tutti i compagni di avventura un grosso grazie, arrivederci alla prossima “scampagnata”.

R.R.

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