Qualche giorno fa ci stupivamo di come fosse divenuta oramai desueta la degustazione di vini dolci, in occasione della strappatura di un solare Sauterne. A pochi giorni di distanza il desiderio di aprire nuovamente una bottiglia dolce: vuoi vedere che il gusto sta ricambiando, portando nuovamente a godere delle note da appassimento?
È ambra antica nel colore, scende e rotea nel bicchiere con viscosità. L’ambiente si permea di sentori di fichi maturi, zucchero caramellato, di una carruba appiccicosa, ma anche di profumi della terra: ha ragione R.R. quando evoca la presenza del “fungo”, perché effettivamente la nota di fungo essiccato c’è, come la chiusura speziata o forse di ginger, di zenzero. E come tutti i grandi passiti la prima percezione di quando il nettare scende in bocca non è la dolcezza né la morbidezza dell’alcol bensì una astringenza acida. Bellissimo poi l’oblio in un crescendo mellifluo.
d.c.
CCLXXXVII