Come è bello il nebbiolo di Gattinara, e tra tutti il nebbiolo di Travaglini. Si, perché il bicchiere di Gattinara di Travaglini ti riempie e ti lascia con una stupenda percezione di bellezza. Può essere bello un vino? Credo fortemente che la percezione dell’assoluto (quand’anche relativo) sia una percezione estetica. La bottiglia avrebbe meritato di attendere qualche lustro prima di essere stappata, ma la bellezza ha una pienezza nell’età infantile, in quella adulta e finanche in quella della maturità. Il colore è un rubino tra la trasparenza e la brillantezza; i profumi sanno di mora, prugna, un po’ di mirtillo appena raccolto, poi incredibilmente di tabacco, poi un passaggio rapido di un oggetto di cuoio. E tu rimani lì come uno stupido con il naso nel bicchiere ad ascoltare ciò che immediatamente lo stesso ti suggerirà ancora. In bocca entra finissimo, con un’eleganza femminile divina: la freschezza è misurata ma tagliente; ma è lo stato del tannino che impressiona e commuove: è un velo di seta che avvolge il cavo orale e lo sazia. E di tutto ti rimane, per interi minuti, un cacao in polvere mai amaro.
Perché la versione di d.c.? Perché questo come altri due vini sono stati stappati alla presenza degustante del nostro R.R. È evidente che ne attendiamo la “versione” (di questo miracolo e degli altri…).
d.c.
CCLXXX
D.C. chiama, R.R. risponde. Della serie ROMA TI SALUTA!!
Davvero una bella serata con una gaudente compagnia. Abbuffata di risotto all’ossobuco.
Le premesse c’erano tutte per una bevuta come si deve e in effetti abbiamo degustato vini davvero belli. Condivido infatti che la bellezza sia un termine appropriatissimo per un vino, ne ho conosciuti di stupendi.
Certo aprire le danze con il Gattinara di Travaglini è un ottimo inizio. Il nebbiolo dell’alto Piemonte per il caratteristico terreno che lo contraddistingue rende nel bicchiere una spiccata ed elegante mineralità. Grande vino di eccezionale beva. Avanti il prossimo….