… ma soprattutto cosa sta succedendo in Franciacorta? Pare che si stia solo producendo e vendendo Rosé! Tutte (o quasi) le cantine lo presentano come il prodotto di punta: effettivamente la qualità, in questi ultimi anni, è migliorata (e di molto), il mercato è indubbiamente più ricettivo (fin dagli aperitivi), ma la bollicina rosata è, a mio avviso, il vino più difficile da comprendere ed abbinare. Credo però che il modello francese, a cui tutti si ispirano e… copiano, sia ancora troppo lontano.
Forse avevamo già trattato il profilo di questo vino qualche decina di articoli orsono (ora cominciano ad essere troppi per controllare…), ma vale la pena percorrere la moda. Bellissimo nel bicchiere, colorato di rame e buccia di cipolla, mosso da uno sciame effervescente minuscolo ed infinito. Olfatto fine, di sussurrata intensità, di limitata complessità solo di piccoli frutti rossi. Di grande piacevolezza invece al palato, con una struttura tutta costruita sulle note dure della freschezza, anche se poi un po’ rapido nello scappare via. Di sorprendente “sottigliezza”, a tal punto che, qualora degustato alla cieca, credo possa facilmente essere confuso con un Blanc de Noir.
Rosi delle Margherite, Brut Rosé. Cantorie.
d.c.
CCLXII