L’ho scritto ieri: questi vini sono Champagne, ma la mia idea di Champagne è diversa. Ciò non significa che non siano buoni, bensì solo diversi. La necessità di allargare i confini dalla tradizione porta necessariamente a terreni-climi-fattori umani (ossia a dirla proprio come loro terroir) profondamente differenti. Oggi siamo a Polisy a pochi passi da Celles-sur-Ource di ieri, in compagnia di un Blanc de Blanc molto differente da quello di ieri. Se nel precedente brillava una mirabile gioventù di frutto e di fiori bianchi, qui i registri sono impostati su frutta più matura, con una distinta mela golden già dolce e leggermente sfaldata. Meno intenso nei profumi, meno convincente nella struttura generale, ancora più lontano da Reims…
d.c.
CCLVII