Ma allora come la mettiamo con le sboccature?

Sboccature recenti? Sboccature datate? Questo è il problema! C’è chi dice che il degorgement non incide sull’invecchiamento del vino (ovvero il vino invecchia ed “ossida” indipendentemente dal momento della liberazione dai lieviti); c’è chi è convinto (ed io sono tra questi) che la sboccatura sia la venuta al mondo del vino prodotto con Metodo Classico, e che da quell’attimo inizia la sua evoluzione fino alla sua estrema maturità.

Le due ultime bottiglie di un mirabile Pas Dosé 2006 di Majolini. Identica sboccatura (giugno 2011). Identica (e vi assicuro curatissima) conservazione. Identica temperatura di servizio. Ultima uguaglianza: il colore, un bel giallo dorato, firma autentica di matura evoluzione. Ma la prima bottiglia con una netta sensazione ossidativa, non ancora sgradevole, ma oramai invasiva. In bocca poi tutto viene assorbito da una cremosità, vera cifra degli anni trascorsi e per questo affascinantissima. Ma che dire della seconda bottiglia? Un assoluto monumento: i profumi sono intrisi di succo di agrumi già dolci, ma anche, distintamente, di frutta secca (in particolare una mandorla tostata che sarà elemento di marmorea persistenza in bocca). Al gusto è rotondo, pieno, ancora duro ed impressionantemente lungo su quella nota amarognola tanto piacevole.

d.c.

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