E’ con estremo piacere che Wine Top Blog accoglie le sapienti note del Maestro R.R. ( acronimo nello stile del nostro cahier ). E’ un onore leggerlo qui, ed un privilegio poter ospitare in futuro nuovi racconti.
“E’ nella splendida cornice della Villa Reale che l’AIS Monza e Brianza, guidata dal suo delegato Fabio Mondini, ha organizzato la degustazione delle eccellenze di Bolgheri.
Presenti circa una trentina di produttori tra cui non mancavano i “grandi” che hanno fatto la storia del Consorzio per la Tutela dei Vini Bolgheri DOC che da sempre cerca di esprimere tutta l’eleganza, la struttura e la complessità del Cabernet Sauvignon e del Merlot non trascurando Cabernet Franc, Syrah e Petit Verdot.
Presenti quindi Tenuta San Guido con l’oramai leggendario“Sassicaia” (il “primo” cru italiano), Ornellaia (di certo non ci aspettavamo il Masseto…), Guado al Tasso, le Macchiole (sempre eccellente il “Messorio”), solo per citarne alcuni.
Ma nella zona di Bolgheri e Castagneto Carducci, racchiusa tra il mare e le Colline Metallifere, non mancano certo anche audaci produttori alla ricerca di nuove espressioni che il terroir Bolgherese sa esprimere.
Ed ecco allora, ad esempio, Michele Satta storico produttore di Bolgheri Superiore che sorprende con il suo “i Castagni” con la scelta di utilizzare a complemento del Sangiovese una quota del 10% di Teroldego in luogo dell’alloctono Petit Verdot (se anche fosse solo campanilismo è condivisibile), che sa affascinare con il “Cavaliere” (ottima espressione del sangiovese toscano), un vino di grande eleganza che esprime una sublime beva, note raffinate e persistenza e che con i primi grappoli dello stesso sangiovese, sta sperimentando il metodo classico (novità assoluta in questa zona).
E che dire del giovane Fabio Motta, di origine brianzole e allievo dello stesso Satta (entrambi hanno contribuito a realizzare l’idea di Fabio Mondini di riunire tutti i produttori in questa meravigliosa manifestazione), si conferma che a volte col piccolo il dialogo è più coinvolgente e appassionante. Con “le gonnare”, grande espressione del Merlot, ci racconta che è prodotto con viti impiantate su un terreno degradante verso un fosso, ove in passato le lavandaie andavano a lavare i panni, da qui il nome.
Esperienza da ripetersi, ancora un ringraziamento per l’iniziativa e per la partecipazione dei produttori del Bolgheri, sicuramente un’eccellenza italiana.”
By r.r.
…come riuscire a passare bene un freddo pomeriggio invernale…attenzione alla batteria (impressionante)!!!