Metti una cena alla Madia di Brione, con amici, i più cari che tu abbia. E nonostante le fatiche lavorative avere voglia di abbandonarsi alla ricerca ed alle sorprese che escono dalla cucina.
Prima sorpresa? Quasi un garagiste di Franciacorta. Il Pinot Nero Metodo Classico di Ravarini è un vino antico, persino lontano dalla tradizione. Il bicchiere mostra un colore giallo intenso. I profumi sono di frutta matura, tra la mela golden un po’ disidratata ed il candito del panettone. Ed in bocca cambia, sparisce il frutto giallo e si affaccia il frutto rosso, di bosco, ed una nota speziata tanto strana quanto affascinante. Secco, secchissimo, mai amaro. Oggi in Franciacorta assolutamente un unicum.
337 bottiglie prodotte, una finita avidamente troppo presto.
Gnocchi e zucca?
Risotto con i “frutti invernali”: il regalo più bello di questo Natale.
Di tutt’altro stampo ed impostazione il Dosaggio Zero di Andrea Arici, i cui vigneti accompagnano tutti i giorni le mie partenze e salutano i miei ritorni, non fosse altro perchè la cantina è a poche centinaia di metri dalla mia dimora. E quindi con le “Colline della Stella” si gioca in casa; ma pur essendo una mano conosciuta, è sempre un piacere avvicinarsi ed incontrare la freschezza e la vibrante vivacità di questi spumanti. L’intensità della colorazione gialla è chiaramente più tenue del precedente, e l’olfatto ti ammalia per la leggera finezza: i profumi paiono sussurrati, ma arrivano netti, precisi, distinti. La frutta qui è fresca, con folate citrine. Ma è nella bocca che si palesa la cristallina struttura, inscalfibile: due binari retti, lunghissimi, financo rigidi.
Numerose le degustazioni arrivate al nostro tavolo, ma più che magico, miracoloso il maialino qui sotto ricordato: ad una impostazione da spiedo della carne, la ricerca dell’amaro tramite la sardina di MonteIsola in luogo della “solita” piccola cacciagione.
d.c.