Valzer viennese

Pararara rra pa ppa pa ppa… ma come avrà fatto a finire nella mia cantina questo vino? In realtà siamo lontani da Vienna, bensì nella vocatissima e bellissima area lacustre del Neusiedlersee. Pinot noir del 2005 (e nella mia cantina quindi è sufficientemente giovane…): tappo a vite! Beh la curiosità della tenuta del vino è tanta, troppo per resistere alla stappatura.

Ed il vino è assolutamente integro: ha iniziato la sua fase di maturità, ma non vi sono note nè di vecchiaia nè di pronunciata ossidazione. Alla vista il rosso rubino domina, con la tipica trasparenza del Pinot nero, ma con accennate pennellate granate. E l’olfatto, poco intenso, si declina ancora su note floreali e di piccoli frutti rossi; solo dopo una decisa ossigenazione appare un elegante cuoio. Fresco in bocca, molto scorrevole, persistenza appena accennata su note di frutta scura disidratata. Sensazione alcolica minimamente percepita. Nella retroetichetta si viene invitati ad una degustazione a temperature limitate a 13-15 gradi, e così ho fatto (15 gradi).

Ulteriore sorpresa otto ore più tardi, quando le poche dita rimaste dal pranzo sono state definitivamente sacrificate. Fuori temperatura consigliata, molto più vicina ai 20 gradi.Le caratteristiche visive sono le stesse, ma ora i profumi sono molto, molto più intensi, pur non avendo modificato il registro della gamma pomeridiana. Anche in bocca identico.

d.c.

Bottiglia regale.


I dettagli dell’etichetta.


… ed un romanzo nella retroetichetta.


Tappo a vite (in realtà durissimo all’apertura, tanto da necessitare di una lametta).


Bandiera ed orgoglio austriaco.


Vi sembra un colore ossidato?



Per chi non avesse capito per 11 anni il vino ha avuto questa protezione…nulla!

Ancora tu?

L’avevo già incontrato quest’estate con sboccatura 2014, ed andando a rileggere le note di degustazioni era apparso duro pur nel suo equilibrio.

Oggi versione con sboccatura 2013 del Blanc de noir non dosato di Villa Crespia: il Cisiolo. Scende nel bicchiere giallo paglierino con nette pennellate dorate; elegante perlage, anche se non intensissimo. I profumi cominciano a donare sensazioni più mature e rotonde. Decisa la sensazione agrumata al naso, ma non citrina bensì di bergamotto e singolarmente di mandarino, poi una cremosità piacevole proprio di crema pasticciera che si staglia su dettagli di nocciola e mandorla (forse leggermente tostata).  In bocca entra pulito, freschissimo, e non fa mai affiorare la nota alcolica comunque non limitata (13%). Giusta persistenza lasciando un ricordo giallo ancora di agrume.

d.c.


La retroetichetta.


Tappo e capsula (dedicata).