Origini umili, di estrema profondità non solo geografica, ma soprattutto nella storia per questa verdeca salentina. Amo questa cantina per i rosati, ma mi avvicinai a loro proprio tramite il loro vino bianco, accostamento ed abbinamento ideale alle ittiche crudità del tacco d’Italia. La breve permanenza del mosto sulle bucce, pur non facendo calare minimamente l’imponente acidità, estrae dalle stesse un potentissimo bagaglio di profumi: molto giallo l’olfatto, con frutti maturi, dalla sensazione quasi dolce, ma accompagnato da una leggera falciatura di erbe estive. Ma in bocca questa maturità viene immediatamente smentita, inquadrata dalla durezza dell’acidità rinfrescante; solo in chiusura una concessione di leggero calore che ammorbidisce il palato e lo appaga.
Mière, Bianco, Salento IGP, vendemmia 2014. 12,5% volume alcolico. Michele Calò & Figli, Lecce.
d.c.
Un’etichetta tutta da leggere.
Ricercatezza ed eleganza anche nella capsula.
E dove è tutto il sole del Salento? Giallo paglierino carico, ma mai “dorato”.
La perfezione del tappo, realizzato con sughero ad alta densità.