La fortuna di chiamarsi…Paolo

Credo percorribile la parodia della celebre commedia wildiana: non so se sia veramente così fortunato portare quel nome (o meglio Paolone), ma è sicuramente una buona dotazione di sorte avere il soggetto evocato (silente motore e promotore di queste chiacchiere) tra i nostri compagni di viaggio. Non mi soffermerò su un trattato “de amicitia” , che annoierebbe anche lo scrivente, ma vi rappresenterò dove è finita questa volta la sua irrefrenabile curiosità…

Ho già raccontato come il sottoscritto ami i vini vecchi ed i vini strani, ed in quanto a vini strani Paolo(ne)  ne è uno scopritore incredibile: ad ogni suo sovente viaggio è capace di stupirci con produzioni, non solo irritracciabili, ma soprattutto mai degustate.

Questa è la volta di un vino salentino bianco a base di Fiano b. (???) e Malvasia (puntinata?). Prodotto da Vini Menhir, nella magica e misteriosa Minervino di Lecce. Nonostante un indirizzo internet riportato direttamente in etichetta, il sito molto moderno e molto scarno non aiuta a svelare alcun dubbio. Quindi un Salento IGP del 2013, di sorprendente giovinezza: colori  di un giallo paglierino tenue tendenti sinamai al verdognolo. Profumi di fieno appena falciato, erbe aromatiche, frutti a polpa chiara, di notevole ampiezza di spettro ed intensità. Gusto di grande freschezza iniziale, di una sensazione calorica, in realtà non sorretta dal volume alcolico limitato, e da una piacevolissima uscita che lascia ricordi dolci, pur non avendo alcuna impostazione zuccherina. Ma è la sapidità che impressiona e che sorregge tutta la struttura del vino. Chiaramente con sensazioni tattili differenti, sembra ricordare la dolce salinità della carne cruda dei gamberi rossi salentini. E ritornano note gialle di frutti non ancora maturi, e di erbe aromatiche assaggiate nel prato. Di giusta persistenza. 

Un bicchiere straordinariamente diverso. Vi assicuro che di vini ne provo ed assaggio molti, ma questo mi ha dato sensazioni e gusti totalmente nuovi. E laddove c’è la novità, non necessariamente vi è il pieno ed immediato appagamento. In realtà è proprio la novità che richiede un prossimo ripassaggio per percepirne a pieno i valori.

Peccato per voi, che non avete Paolone…

d.c.

Bottiglia modernissima, elegante, frutto di un progetto di marketing di altissimo livello.


Etichetta a fascia che abbraccia a 360 gradi la bottiglia, con giochi di trasparenze e scritte nel lato interno ( chissà mai perché “sale”…).


…marchiatura ad 1/4 di giro…


Retroetichetta in continuum girata in verticale.


Tappo esclusivo, a grana di sughero un po’ più grossolana, dando sensazione di maggiore friabilità. La tenuta del vino però era perfetta, come ho raccontato, addirittura “verde”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *