Non sto citando un oramai antico slogan pubblicitario relativo alle miracolose capacità sbiancanti di un detersivo, bensì la celebrata capacità dei produttori siciliani di realizzare vini bianchi da urlo. Ed il tutto, dico io, nonostante due fattori sufficientemente ostativi; il primo, assolutamente banale, legato alla tradizione: la Sicilia è terra di Rossi! Lo è talmente tanto che questa affermazione condiziona pesantemente anche il mercato interno (ecco il secondo elemento, meno banale) ed il consumo locale: il Siciliano doc beve il vino rosso anche se abbinato al pescato. Ed invece la vera ricerca e voglia di novità la si trova tra gli innumerevoli bianchi prodotti nell’isola, siano essi doc ovvero igt: molti tra questi appunto straordinari.
Duri e puri come il carattere delle donne di questa isola del paradiso: luminosi, brillanti, profumati come gli sguardi decisi di queste femmine forgiate dalla lava dei suoi vulcani. Sanno di erbe e frutti maturi, ma sono freschi e taglienti come i colorati agrumi ovunque presenti.
E sanno inspiegabilmente di una storia millenaria, come la profondità degli occhi di queste affascinanti sirene omeriche.
In questi miei quindici giorni di vacanza ne ho bevuti decine, ma tre, tra i più semplici, sono qui a ricordare: un facilmente commerciato Regaleali 2015 di Tasca (inzolia, cataratto, grillo ed un furbissimo (cosa dicevamo delle femmine?) chardonnay che ne addolcisce ed arrotonda il carattere spiccatamente spigoloso), Sicilia doc, 12 % di volume alcolico (alla faccia di chi pensa ai vini caldi e cotti…).
E poi un insolito vino vulcanota, biologico (ma qui non fanno certamente fatica), da Malvasia bianca Terre di Sicilia Igt del 2015, 12% vol. alcolico (dicevamo?) “Punta Aria” Francangelo, dell’az.agr. Pollastri/Cambiago (due cognomi che di isolano non hanno nulla!), che ha degnamente accompagnato le mie cene ittiche.
Ed infine “the winner is…” : Lantieri, Isola di Vulcano, Malvasia 2015 Salina Igp (12,5% vol.). Vigneti che si tuffano a precipizio sul mare con perfetta esposizione Sud, tale da essere baciati dal sole da mane a sera, in località Gelso di Vulcano. Prodotto dall’ az. agr. Punta dell’ Ufala di Paola Lantieri (cognome che a noi franciacortini fa tintinnare le antenne, ma apparentemente di origine e residenza palermitana). Freschezza acida puntuale, sapidità suadente, su un fondo di aromaticità e frutto appena accennati. Giusta persistenza gusto-olfattiva. 6.400 bottiglie per un inebriante oblio. Tranquilli amici cari, il numero di telefono della signora Paola è saldo nelle mie mani, per cui qualche bottiglia (dal costo ingiustificato per limitatezza: 15 eur al ristorante) c’è la facciamo spedire…
Qui bianco è femmina, ed è abbinamento strabiliante!
d.c.
P.s.
Ringrazio necessariamente la mia sirena Angelica, senza il cui supporto ora non potrei allegare nessun ricordo visivo…